La storia
Il liceo
Il primo atto ufficiale per l’istituzione di questo liceo è una domanda, in data 12 settembre 1923 diretta al Ministero dal Presidente della Deputazione Provinciale e dal Sindaco di Vicenza. La domanda fu accolta, ma, per varie cause l’apertura fu differita all’anno scolastico 1924-25. Le prime iscrizioni alle classi I e II di questo liceo furono accettate e fatte funzionare presso l’Istituto Tecnico pareggiato “A. Fusinieri” di Vicenza. In seguito a nuova domanda (agosto 1924) avanzata al Ministero dall’Amministrazione Provinciale, venne istituito a Vicenza, con decorrenza dal 1 ottobre 1924, un Liceo Scientifico governativo con R.D. 16 ottobre 1924 N. 1711 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’11 novembre 1925 N. 263 e poi nel Bollettino Ufficiale della P.I. parte I (Leggi e Decreti) del 18 Novembre 1924, N. 47.
In attesa che venisse adattata, per cura del Comune, una sede propria al nuovo Liceo, venne intanto assegnata a questo, come sede provvisoria, il secondo piano dell’Istituto Tecnico. Il Ministero, riservandosi di provvedere alla nomina del preside del nuovo Liceo, incaricò il Preside del R. Liceo classico di Vicenza, cav. Dott. Antonio Dabalà. di ricevere le iscrizioni degli alunni, di provvedere alle prime necessità per il funzionamento della scuola, alla nomina di alcuni insegnanti supplenti ed all’apertura dei corsi. Preside del nuovo Liceo fu nominato il prof. Ettore Trevisan, il quale assunse l’ufficio col 16 dicembre 1924 In seguito ai voti della Commissione Reale per la Provincia di Vicenza e del collegio dei professori ed al parere favorevole della Giunta per l’Istruzione Media del Veneto, fu emesso il R.D. 7 maggio 1925 col quale “Il R. Liceo Scientifico di Vicenza è intitolato al nome di Paolo Liov” Il liceo Scientifico è un nuovo tipo di scuola creato dalla “riforma Gentile” in sostituzione della soppressa sezione Fisico-Matematica degli Istituti Tecnici e dei soppressi Licei moderni. Nel Liceo Scientifico si insegnano le seguenti discipline: italiano, latino, una lingua straniera (che a Vicenza è la Tedesca) iniziandola dai primi elementi: storia, filosofia, scienze naturali, chimica e geografia, disegno. Gli studi durano 4 anni, alla fine dei quali gli alunni (al pari di quelli provenienti dal Liceo Classico) superando un esame (di Stato), conseguono il diploma di maturità scientifica. All’inizio dell’anno scolastico 1924-25 il Liceo mancava completamente di materiale scientifico e didattico. Vi fu provvisto in piccola parte durante l’anno con fondi della Provincia e dello Stato. La Biblioteca dei Professori inizio con libri donati da parte del Ministero (Collezione Scrittori d’Italia - Rerum Italicorum Scriptores - Archivio Muratoriano). Fu iscritta alla “Federazione Italiana delle Biblioteche Popolari” (Milano), con diritto a notevoli riduzioni negli acquisti, nonchè alla rivista mensile “La parola e il libro”. Fu curata dalla Sig.na Prof. Esilda Concato. Dopo due anni di residenza provvisoria, il Liceo Scientifico si trasferì, nel settembre 1926 nella sede ad esso esclusivamente destinata e costruita per cura del Comune sulla pianta di una vecchia caserma di cavalleria presso la chiesa di San Lorenzo (Motton San Lorenzo). Ulteriori studi fatti nel corso dell’anno 1928 portarono poi il Comune ad adottare un altro progetto, per effetto del quale il Liceo Scientifico subirà un altro trasferimento in un edificio che è già in costruzione e che promette di riuscire per diversi aspetti più adatto: l’attuale.
Franca Rizzi - Bibliotecaria
Paolo Lioy
Non giungerà al dottorato, ma in compenso, nel 1855 pubblica a Padova il suo primo libro sullo studio della storia naturale; scrive inoltre su giornali e settimanali articoli di divulgazione scientifica e di critica letteraria. Nel 1857 sposa Giulia de Beaumont, figlia di un ufficiale dell’esercito borbonico, nativa di Napoli, ma allevata e cresciuta a Palermo dagli zii marchesi de Gregorio, sin da quando, all’età di due anni restò orfana della madre. Nel 1859 pubblica "La vita nell'universo", opera che “in un sovrumano sforzo di abbracciare lo scibile umano” gli procura ammirazione e riconoscimenti da parte di Atenei e di Accademie italiane ed estere e che venne tradotta anche in francese. Negli anni ‘60 intensifica le sue collaborazioni letterarie con diversi editori, pubblicando numerosi libri e racconti; la prima di questo ciclo di opere è Escursione nel cielo, del 1864. Nel 1862 diviene Segretario dell’Accademia Olimpica di Vicenza, carica che manterrà fino al 1869, dedicandosi in particolare alla diffusione della cultura tra gli operai e alla creazione di scuole serali gratuite. Nel 1864, affascinato dalla notizia di ritrovamenti di insediamenti preistorici presso località lacustri svizzere e tedesche, intraprende esplorazioni e scavi sui colli Berici e nelle valli di Fimon con importanti ritrovamenti, oggetto poi di vari scritti scientifici, tradotti anche in tedesco ed in inglese, culminati con la pubblicazione "Le abitazioni lacustri di Fimon" (1876). Nel 1865, le ricerche paleontologiche effettuate a Bolca portano alla luce uno scheletro di un meraviglioso esemplare di coccodrillo fossile, trasportato poi al Museo di Vicenza. L’anno dell’annessione all’Italia delle terre venete (1866) è denso di impegni politici anche per Paolo Lioy; per il suo stampo dichiaratamente antiasburgico e in particolare per aver fatto pervenire informazioni ed aiuti alle camicie rosse di Garibaldi, la polizia austriaca perquisisce la sua abitazione e lo diffida a lasciare Vicenza entro 12 ore. Insieme a Fedele Lampertico viene ospitato a Milano da Emilio Treves; i due, rientrati in città un paio di mesi dopo, vengono accolti con “splendida ovazione, ben degna di uomini si’ altamente benemeriti del nostro Paese”. Nello stesso anno Paolo Lioy, a motivo della sua competenza nel campo dell’organizzazione e delle riforme scolastiche, viene nominato Provveditore agli studi, compito che svolge con passione e bontòn, al punto che gli studenti lo amavano come un padre. Fu eletto una prima volta Deputato al Parlamento nazionale, rimanendo peraltro in carica solo pochi mesi. Fu consigliere comunale dal 1866 al 1902 e consigliere provinciale dal 1867 al 1905. Malgrado l’intensa attività nel mondo della scuola e gli incarichi affidatigli dal Ministero di effettuare ispezioni scolastiche anche in Sicilia, trova il tempo di pubblicare due opere scientifiche quali "Escursione sotterra" (1868) e "Spiritismo e magnetismo" (1869). Nel 1870 ritorna alla Camera che lo vedrà Deputato per sei consecutive legislature. La sua attività di scrittore e scienziato non si arresta: nel 1871 pubblica "Chi dura vince" e l’anno successivo "Racconti, Ciarle letterarie", nonchè altri lavori di natura scientifica, tra i quali spicca "Conferenze scientifiche". E’ del 1874 il suo libro Elettori e deputati, nel quale affronta il tema della scelta dei più adatti, immaginando il mondo come un fatto biologico. Nel 1880 pubblica una nuova opera naturalistica "In montagna" con i tipi di Zanichelli, che verrà poi in parte tradotta in tedesco e pubblicata a Lipsia. Interessante ed autoironico è "Il primo passo nella colpa", uno scritto autobiografico edito nel 1882. Nel 1883 raccoglie le novelle scritte sino ad allora in un volume dal titolo "Altri tempi", cui seguono tre opere di analisi dei fenomeni naturali, intitolate rispettivamente "Notte", "Sui laghi" e "Nell'ombra". Nel 1888, dopo 18 anni di attiva ed intensa vita parlamentare, per motivi di ordine familiare, presenta le dimissioni e a dicembre riprende il suo posto di Provveditore. Dal 1885 al 1890 ricopre la carica di Presidente nazionale del C.A.I., succedendo a Quintino Sella; in questo periodo i suoi scritti riguardano le montagne e l’ambiente alpino; pubblica dapprima "In alto" (1889) e quindi "Alpinismo" (1890). Nel 1892 in "Spiriti del pensiero", prende lo spunto della presenza di grandi personaggi nella memoria per cogliere i profondi segreti della vita umana. Negli stessi anni scrive anche alcuni piacevoli saggi sul folclore e sulle tradizioni popolari; inoltre, per i tipi della Hoepli, il manuale "Ditteri italiani" (1895). Nel nuovo secolo pubblica ulteriori importanti ed apprezzate opere, quali "Piccolo mondo ignoto", "Storia naturale in campagna", "Rimembranze giovanili", "Il libro della notte" e "Apparizioni e ricordi". Il poeta della scienza, come i contemporanei amano definirlo, muore il 27 gennaio 1911, nella sua villa di campagna a Vancimuglio, presso Vicenza. Paolo Lioy occupa un posto di rilievo nel mondo culturale italiano; ha fatto parte tra l’altro della Reale Accademia Pontaniana di Napoli, della Società Geologica Italiana, dell’Istituto Geologico di Vienna, dell’Istituto Filotecnico Nazionale, del Regio Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, fu ufficiale dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Commendatore della corona d’Italia. Nel 1905, con regio decreto, viene nominato Senatore del Regno. Paolo Lioy fu un vero poeta della scienza: pur restando scrupolosamente ligio alle verità scientifiche, seppe essere scrittore brillante che innamora e seduce con la potenza della parola e la bellezza delle descrizioni. Le sue opere, numerosissime e sempre esaurite in tutte le edizioni e le ristampe, si leggono ancor oggi da tutte le persone colte. Nei suoi scritti traspare come egli amasse, più che la vita cittadina, con le sue noie, i suoi formalismi e le sue artificiosità, la campagna, i monti, il piccolo lago di Fimon, le maestose prealpi vicentine, che hanno per lui un fascino strano ed un’attrattiva irresistibile. Egli ha dimostrato come la natura sia un meraviglioso libro aperto e come basti sapervi leggere dentro per provare i più squisiti godimenti intellettuali. Ed accanto all’esaltazione della natura, il vero segreto della sua arte, vanno collocate le sue molteplici fisionomie di erudito, di scienziato, di educatore, di scrittore, di mente poliedrica e geniale.
Dr. Felice Lioy